Senza rendersene conto e in maniera ostinatamente recidiva, il mondo adulto si sta macchiando di due crimini giganteschi: il primo è lo speranzicidio e il secondo è la cronofagia. Con il nostro modo di vivere, con la nostra narrazione catastrofista e tossica del futuro stiamo distruggendo gli sforzi e i nuovi ideali dei più giovani, e ogni forma di speranza nelle nuove generazioni. 

È ora di invertire la rotta. È ora di capire che là fuori c’è una generazione che ha un tremendo bisogno del nostro aiuto, ha bisogno di essere ascoltata. Ha bisogno di adulti che facciano gli adulti e non si nascondano dietro al panciotto del Bianconiglio.

 2050 Ritorno al futuro, perché è l’anno che l’Unione Europea ha fissato per diventare climaticamente neutra, imponendo un’economia con zero emissioni nette di gas a effetto serra, e perché la transizione ecologica è sia una sfida urgente che un’opportunità per costruire un futuro migliore per tutti.

Un libro che più di ogni altra cosa è un appello. Un accorato appello rivolto a insegnanti, educatori, genitori, giornalisti e responsabili del mondo dell’informazione, della cultura e dell’educazione. Di fronte a tutte le incertezze, ridare potere all’immaginazione e all'azione civica, alla cooperazione piuttosto che alla competizione, può essere il cannocchiale per guardare con maggior fiducia e passione alle sfide dei prossimi decenni. Per far questo occorrono nuove competenze: pensiero critico, capacità di ricercare informazioni rilevanti e di distinguere la verità dalle fake news, resilienza, educare al fallimento e allenare il muscolo del coraggio. Tutte cose per cui serve una specifica intenzionalità educativa. 

Ma è essenziale anche costruire una inedita narrazione che prepari le nuove generazioni ad affrontare un mondo di grandi e sconosciuti cambiamenti, ma anche di nuove e potenti opportunità. Abbiamo bisogno eco-eroi ed eroine, di sogni e utopie, di progetti che ci mostrino, ancora e ancora, che solo la forza del gruppo e la cooperazione fra individui e nazioni può essere la chiave vincente. 

Quattro pedagogie potrebbero indicarci una nuova strada: una pedagogia ecosistemica, una pedagogia della felicità, una pedagogia del fallimento e, infine, una pedagogia "epica". 

Nella profonda convinzione che la speranza è anche e soprattutto azione politica, collettiva e cooperativa. La speranza siamo noi, punti luminosi che desiderano più di ogni altra cosa essere costellazione.

Mattia Mascher

Presentazione del libro mercoledì 20 marzo 2024 alle 17.30,